21 dicembre 2013

Philipp Plein - la storia del brand

Philipp Plein è un designer tedesco, nato a Monaco di Baviera, 16 febbraio 1978. Ha studiato la legge presso l’Universita Friedrich-Alexander di Erlangen. Da piccolo era sempre a viaggiare coi genitori, studiava l’arte. Il buon gusto sempre era con lui.

Nel 1998 ha iniziato a creare I pezzi esclusivi per design dell’arredamento.
Nel 2000 ha creato Home Collection by Philipp Plein

Nel 2004 ha lanciato le prime collezioni di linea femminile, maschile, da bambino.
In seguito ha fatto il suo primo boutique  al Munchen  “Nobel P1”
Nel 2006 ha lanciato la linea degli accessori.
Nel 2008 ha creato la linea Couture con protagonisti Naomi Campbell e Marcus Schenkenberg.



Nel 2009 ha aperto il primo direct store al Montecarlo e showroom al Milano.
Philipp Plein è premiato in 'GQ Awards National Brand of the Year' ed il primo posto nel show 'New Faces' in categoria Moda.

La provocazione artistica si vede nella scelta di testimonials :
Timati, Mischa Barton (2010), Lindsay Lohan (2011), Pierre Sarkozy ( figlio di Nicolas Sarkosy). Philipp Plein callobora con uno dei piu famosi fotografi - Terry Richardson









Puoi vedere più campagne pubblicitarie di Philipp Plein qui 

Nel 2009 collabora con famosa fabbrica americana di gioccattoli Mattel per collezione dedicata 50 anni di Barbi (50th Birthday of the Barbie doll) Philipp Plein Barbie è stata presentata durante la fiera  Toy Fair al Nuremberg.




Oggi Philipp Plein veste AC Roma.









In Italia il brand è amato dei cantanti Emma Marrone e Emis Killa, calciatore Mario Balotelli.
Il brand si sviluppa rapidamente, aprendo i nuovi punti di vendita, Seoul, Barcellona, New York, Miami, Courchevel e altri, insomma, nei posti dove il lusso è uno stile di vita.
Il punto di forza è la qualità e design esclusivo.
Lo stile è kitsch, heavy metal, skull, pelle, pellici tutto quello che ti destingue perfettamente dagli altri e crea la tua personalità. 

Ogni evento di Philipp Plein è sempre un successo, pieno di lucentezza e show.
Per sapere di piu sulla sfilata di Philipp Plein f/w 2013 a Milano puoi vedere il post qui

23 novembre 2013

Elsa Schiaparelli: la vita e lo stile

Agli inizi degli anni 30, Schiap, come la chiamavano, aveva messo a punto una sua silhouette femminile che corrispondeva allo stile e all’ideale di donna che si stava facendo strada dopo la crisi del 1929. La ricchezza tornò ad essere un bene raro, che si poteva comunicare, attraverso il lusso e l’estrositа. Gli abiti, dovevano proteggere la donna dai contrattacchi del maschio, di cui stava sfidando superioritа e di cui stava invadendo il territorio. Gli abiti di Elsa, riflettevano un’intera rivoluzione sociale: difensiva di giorno ed estremamente seducente di sera.

Il suo matrimonio era stata una delusione, questo la portò a pensare che la nuova donna degli anni 30 non doveva avere fiducia negli uomini. L’universo femminile cominciava a costituire un universo autonomo dove l’uomo era il nemico da fronteggiare per farsi spazio nel lavoro. Nacque così negli anni 30, la silhouette a “grattacielo”: vestiti muniti di imbottiture, dalle linee dritte e verticali e dalle spalle larghe e squadrate. Le decorazioni, fin da subito, assunsero un significato ambiguo: da un lato sembravano sottolineare la femminilitа dell’indumento, dall’altro la loro collocazione, esaltava l’effetto di armatura.
La Schiaparelli conquistò il comfort senza perdere la femminilitа. Ad una struttura semplificata,
affiancò una fantasia sfrenata, che si espresse con decorazioni e accessori.

I modelli ironici, provocanti, stravaganti e fantasiosi di Schiaparelli facevano un grande contrasto a quelli vestiti e costumi eleganti, più semplici e rigorose che proponeva Coco Chanel. Incontrario di lei, Schiaparelli non aveva in priviligenza l’eleganza , credendo che qualsiasi donna ha questa qualità dalla nascita. Mischiava capi sportivi con abbigliamento formale quasi 50 anni prima che altri designer osassero farlo.
Già negli anni precedenti aveva osato come nessuno aveva mai fatto prima, rifiutandosi di seguire i metodi e i contenuti tradizionali dell’alta moda; voleva che le donne fossero se stesse e che comunicassero agli altri la propria individualità. La forma del lusso che offriva alle sue clienti era quella di non seguire le regole del senso comune, anche nell’aspetto.
Un grande significato per la storia della moda avevano i motivi egiziani e  le maniche trapezoidali, lanciate da Schiaparelli, che poi  diventeranno una delle caratteristiche dello stile dopo guerra “new look”.
Elsa Schiaparelli si ispirava al Surrealismo, al Dadaismo o alle arti africane. Amante dell’arte in tutte le sue forme, Elsa collaborò con Jean Cocteau su una giacca e un cappotto d’inverno, ma la sua collaborazione più famosa è senz’altro quella con Salvador Dalì. Insieme crearono il vestito Aragosta nel 1937, il cappello-scarpa che fu inserito nella sua collezione inverno 1937-38, i vestiti Lacrime e Scheletro della collezione Circus del 1938.
C’era qualcosa nel suo modo di fare arte che somigliava alla comunicazione messa in atto dagli artisti dada e surrealisti, conosciuti prima a Parigi poi a New York. Si rivolse a due surrealisti, Cocteau e Dalì, per capire attraverso due diversi metodi quanto “il linguaggio dell’inconscio”, che il surrea lismo stava sperimentando, potesse modificare il linguaggio degli abiti. Dall’autunno dell 1936 le collezzioni si articolarono su doppi filoni, da un lato la stilista si concentrava sull’elaborazioni di particolari temi, attorno ai quali sviluppare le collezioni, (musica, farfalle, astronomia, ecc.) Ogni collezione aveva un tema, un’ispirazione specifica, con capi coerenti tra di loro. Così nacque il suo contributo maggiore all’industria della moda moderna: la sfilata, una presentazione della nuova collezione con arte e musica, e modelle alte e magre – Elsa credeva in effetti che le figure androgine fossero più adatte a presentare l’abbigliamento. 

Ha creato su disegno di Dalì e Cocteau, capi in cui dovevano emergere il nuovo rapporto tra abito, corpo e pulsioni inconsce. Cocteau lavorò sul “doppio” e l’ambiguità. Un abito portava sulla schiena un tradizionale schema di ambiguità visiva: un vaso contenente fiori applicati in rilievo, appoggiato su una colonna era ottenuto attraverso il disegno di sagome di due profili femminili. Il mantello in tessuto lilla (la versione in collezione era di jersey di seta blu) ha il dorso ricamato da Lesage su un disegno realizzato appositamente da Jean Cocteau. Le scanalature della colonna e il vaso/profili sono in filo d’oro, gli occhi, le bocche e le foglie di seta colorata, le rose di tessuto ad applicazione. Dalì invece rielaborò il tema del richiamo sessuale nascosto nella fascinazione vestimentaria. Tradusse in tessuto un soggetto già sviluppato, quello della Venere di Milo. I cassetti dovevano fare emergere quello che la più grande bellezza esteriore nasconde dietro una maschera di serenità. Gli stessi cassetti diventarono tasche con pomello, su un cappotto presentato in sfilata con un cappello “incoronato”. Verso la fine del ’37 disegnò, per la collezione autunno-inverno, un tailleur nero con le tasche rifinite da bocche rosse, completate da un cappello a forma di scarpa con il tacco rosso. Questo abito descriveva chiaramente la fissazione sessuale di Dalì, che nel cappello rivedeva il simbolo fallico, che veniva completato dal simbolo sessuale femminile rappresentato dalle bocche decorate sul tailleur. Questi simboli erotici dichiaravano quello che la forma rigorosa del tailleur aveva sempre cercato di mascherare. L’artista riprenderà il tema delle labbra, progettando uno degli arredamenti più kitsch che avesse mai creato, un vero divano rosa shocking, che venne collocato nella boutique Schiaparelli.

1 luglio 2013

Alcozer & J, l'apertura a San Pietroburgo

L’Alcozer & J è una ditta artigiana, specializzata nella creazione e produzione di bigiotteria di lusso. Il suo fondatore e designer Giampiero Alcozer, dopo aver fatto tesoro di svariate esperienze creative e ispirazioni artistiche in vari continenti, decide di stabilirsi nel cuore di Firenze nel 1994 per dar vita al suo sogno di sempre: creare gioielli ispirati al gusto del passato, ma al contempo reinterpretati in chiave moderna, con quello stile talmente unico che riesce ad emergere  prepotentemente nello scenario attuale.

Supportato dalla profonda conoscenza delle tecniche dell’oreficeria artigiana e da un team giovane ed affiatato di professionisti, Giampiero Alcozer realizza vere e proprie opere d’arte con l’utilizzo di pietre semipreziose , perle e cristalli montati su fusioni di metalli del tutto personali ed originali, con l’obiettivo di creare monili che raccontano il carattere e la personalità di ogni donna, senza perdere di vista il giusto rapporto qualità-prezzo.

Le collezioni consistono di tre linee - pezzi unici con pezzi prezziosi a costi alti; bigiotteria fatta secondo la forma delle pietre ma con un design quasi uguali in poche quantità e poi quelli di quantità più alta. Interessante anche i motivi decarativi: civette, serpenti, rane e.... techi! A San Pietroburgo pero non ci sono cosi tanti, dice il fondatore  e il designer Giampiero Alcozer, perche non è cosi accetato qui. Alla mia domanda sugli altri animali usati, essendo una persona simpatica, se la cava con uno scherzo, dicendo che lo ispira l'immagine della sua moglie, prima e dopo matrimonio.

Insomma, un brand interessante, da vedere, sia a San Pietroburgo che a FIrenze

12 giugno 2013

Dior Homme Fragrance: the new face

Oggi il maison francese Dior ha annunciato il nome del nuovo rappresentante di Dior Homme Fragrance.... sarà Robert Pattinson!


Ricordiamo, che prima quel posto apparteneva a Jude Law.


9 giugno 2013

FERRARIST: ora anche a San Pietroburgo

il 6 giugno a San Pietroburgo era aperto il primo boutique FERRARIST
Ora nel centro di San Pietroburgo si puo trovare un'altro posto con lo spirito italiano - il boutique FERRARIST.
Ferrari - la compania famosa in tutto il mondo per gli automobili sportivi. Prende la sua storia dal 1929 quando  Enzo Ferrari ha fondato a Modena la "Scuderia Ferrari", società sportiva con l'intento di far correre i soci e che e' diventata successivamente una filiale tecnico-agonistica dell'Alfa Romeo. 
Nel 1940 la scuderia Ferrari si e' distaccata dall'Alfa Romeo e viene data vita a Modena ad una vera e propria industria chiamata 'Auto-avio-costruzioni' che produceva solo accessori oleodinarnici e componenti meccanici per l'aeronautica, (per contratto 'ufficialmente' non poteva costruire automobili), ma in 'privato' Enzo Ferrari continuava a dedicarsi alla sua grande passione che era appunto la costruzione di auto da corsa che aveva (nel 1943 intanto l'intera fabbrica era stata trasferita a Maranello). Dal 1947 hanno iniziato a produrrere dli auto cosi detti "street legal" con il nome di "Ferrari S.p.A". 
    Durante tutta la storia del grande brand Ferrari partecipa nelle gare, tra le quale Formula1 dove e' considerato il favorito. 
   Il simbolo del marchio ha la sua grande storia - "Cavallino Rampante"  - era il simbolo famigliare di Francesco Baracca, eroe dell'aeronautica militare della prima guerra mondiale (nato il 1898 e morto il 1918 in combattimento), che aveva il cavallino rampante sul suo aereo.Molti anni dopo la sua morte, la vedova ha permesso a Enzo Ferrari ad usarlo per il suo brand. Il colore tradizionale e' il rosso, ma fanno le macchine anche degli altri colori.

Il primo boutique di abbigliamento e accessori era aperto in Italia nel 2002.
Il nuovo boutique a San Pietroburgo rappresenta bene lo stile di una grande lengenda come Ferrari - il rosso-giallo interior da' la sensazione dell'energia e velocita', drive e adrenalina. Nel boutique si puo trovare le collezioni donna, uomo, bambino e anche quelle fatte in collaborazione con alre marche come Puma, Tom Ford ecc.Le cravatte, giacche di pelle caschi per moto possono allietare gli adulti. 

 






 

Gli orsetti e modelli giocattoli di Ferrari, da piccole a piu grande radiocomandate possono attirarci il "pubblico piu giovanane".  
 








Per quelli che vogliono dare piu importanza ai piccoli dettagli possono trovarci occhialli,ombrelli, cuffie, ciondoli, termos, accessori per cellulare. 
Tutti gli admiratori della legenda italiana Ferrari ora hanno il posto per incontrarsi - via Sadovaya, 26